Enzo Cacciola - Il colore della terra 09/04/2024 - 18/05/2024
Da cinquant’anni Enzo Cacciola ci ha abituato a una sostanziale monocromia.
Dietro questa unità visiva, tuttavia, le motivazioni sono tante e diversificate nel corso degli anni.
Se i suoi esordi ci parlano di pittura analitica, e se i suoi colori sono i non-colori dei materiali, come il cemento grigio chiaro o l’asbesto rosa, scelti secondo i canoni più rigidi della pittura “concettuale”, nel corso degli anni ha aggiunto a questa specie di “contemplazione del colore” una sorta di variante geografica che introduce nei lavori recenti più di una pulsione quasi sentimentale.
Cacciola ha infatti realizzato le opere in mostra durante i suoi viaggi in luoghi lontani, come l’Argentina o Cuba, dove ha raccolto pigmenti e vere e proprie terre – la terra lavica, o il fango di qualche fiume, per esempio -, che ha steso su tele, quasi sempre en plein air.
Questa semplice azione produce monocromi a volte imperfetti, rugosi, quasi da sedimento tellurico, ma soprattutto aggiunge volutamente il senso del viaggio e l’immagine dell’artista che sceglie un “luogo” dove stare per fare arte.
Il risultato formale può dunque assomigliare a quello del periodo eroico dell’analiticità in pittura, ma il pensiero è completamente diverso e, una volta svelato allo spettatore, anch’egli non potrà non vedere opere completamente diverse.
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